






GO TO WORK Una metro, una volpe, una lepre e una carota vanno a lavoro. Il processo evolutivo dell’uomo tramite la tecnologia, diventata ormai protesi e ausilio necessario della nostra civiltà senza la quale ci sentiamo sperduti e indifesi, sembra ogni giorno di più allontanarci dalla nostra sfera istintuale e dalla nostra natura fondamentalmente animale. Pur sembrando una rivoluzione, se si prende in conside- razione la storia dell’evoluzione dell’uomo, essa è in realtà una rivelazione della nostra vera natura: non abbiamo mai perso infatti la nostra istintualità. Con essa oggi più che mai viene a galla la nostra naturale tendenza alla sottomissione, la nostra necessità di essere sottoposti. E cosa mai più delle sempre più evolute tecnologie può mettere in evidenza l’essenza e la tendenza della nostra fragile natura? L’opera “go to work” vuole proporre una riflessione su quella che è la tendenza dell’uomo alla dimenticanza delle sue primordiali e innate esigenze, delle nostre origini, dalle quali non potremo mai prescindere. Questa visione infatti vuole riflettere non un allontanamento dallo sviluppo tecnologico, ma una maggiore attenzione e salvaguardia verso la natura dalla quale siamo generati. Un animale per vivere necessita di ciò che il suo pianeta gli offre e la nostra “alienazione” di fatto è una scelta e non una condizione a cui siamo sottoposti contro la nostra volontà. Dobbiamo guardare alla natura non per regredire, ma utilizzare i nostri istinti primordiali come la più potente delle tecnologie di cui disponiamo, in grado di generare una cultura dove la consapevolezza del tutto, di cui siamo parte, si incontra con le nostre moderne e sviluppate società.